Più di un milione di euro raccolti, l’acquisizione del loro competitor di punta (20Lines) e la capacità di diventare la più grande piattaforma di scrittura collaborativa in Europa, con più di 250mila membri. Tutto questo è riuscito a realizzare Gianluca Manca, founder di Intertwine, piattaforma di content creation che raggruppa appassionati di scrittura e aiuta le aziende a ideare strategie di content marketing originali (per clienti come Moleskine, Rcs, Agi…).
Sono molto contento di ospitare Gianluca sul mio blog. Ex filosofo, ha saputo farsi strada nel mondo dell’imprenditoria, dimostrando che non serve laurearsi in economia per fare carriera nel business. Servono piuttosto due qualità che ho riscontrato in lui: voglia di imparare e capacità di mettersi continuamente in discussione.
Ho fatto quattro chiacchiere con lui sullo stato attuale dei contenuti digitali e su come le aziende dovranno regolarsi in futuro per produrre contenuti capaci di generare interesse e lead.
Recensioni, influencer e fake news
Gianluca fa un primo excursus su uno dei canali che ha dominato la creazione di contenuti negli ultimi cinque/sei anni, l’influencer marketing, un trend che per Gianluca è destinato a sgonfiarsi nei prossimi anni:
«Se ci pensi, tutto è nato con le recensioni sui blog tematici e i forum che trattavano tematiche molto verticali. Gli influencer nascono da lì: la community riconosceva alcuni come esperti. Poi sono arrivati i social, che hanno dato il trampolino di lancio al business delle recensioni. Oggi esistono recensioni su tutto, anche su come funziona una scopa elettrica. Gli influencer hanno preso sempre più piede e con loro si è diffuso anche il seme delle “fake news”, creando un confine sempre più labile tra vero e falso, tra recensione reale e advertising», spiega Gianluca.
Il founder di Intertwine pensa tuttavia che questo canale sia destinato a trovare sempre meno spazio:
«Ci sono segnali da parte dei big player della comunicazione e dalla politica che vanno in questo senso. Pensiamo alla guerra ai “like” di Instagram. Oppure alle leggi che obbligano gli influencer a specificare se un post è di advertising o meno. Attività che testimoniano della volontà comune di arginare il fenomeno Influencer. Se a questo poi aggiungi la crescita dell’alfabetizzazione digitale, con utenti che saranno più preparati per distinguere cosa è reale da cosa non lo è, allora puoi capire come si stia creando un vuoto, che sarà da riempire con altro».
Il ritorno della qualità del contenuto
Il vuoto lasciato dalla perdita di valore del canale dell’influencer marketing può essere riempito da altro. Questo “altro” sarà, secondo Gianluca, il ritorno alla qualità del contenuto:
«Se Apple fa il suo canale di streaming, se Disney cambia natura per lanciarsi nello stesso settore e fare concorrenza a Netflix e Amazon Prime, si capisce che i big del tech e dell’entertainment hanno capito, prima di altri, che c’è mancanza di qualità nei contenuti online. Una carenza che andrà colmata. Oggi fa impressione, per esempio, vedere come Cuarón o Scorsese, due dei più grandi registi viventi si siano affidati a Netflix per le loro produzioni. I brand non hanno ancora capito (non tutti almeno) che questa è la strada, il sentiero tracciato: costruire contenuti sempre più verticali e di sempre maggiore qualità».
Ma cosa significa in fondo “contenuto di qualità”?
«Significa uscire dalla schiavitù dei like, delle interazioni per forza, della volontà di essere orizzontali, piatti. Oggi anche il mondo dell’advertising si è spostato tutto sulla lead acquisition. Quanto valgono 500 like, rispetto alla conquista di un lead, di un utente che ama davvero il contenuto che hai creato? Meglio cambiare radicalmente le idee di 10 persone, che colpirne 1000 che poi dimenticheranno quello che hai comunicato dopo 10 secondi. Per farlo serve essere verticali e davvero esperti di quello di cui si parla. I content creator devono rimboccarsi le maniche e tornare a scuola, a studiare. Solo così possono alzare l’asticella. D’altronde, l’editoria anche va in questo senso. Blog come The Vision, per esempio, possono piacere o meno, ma sono molto verticali su un argomento e danno spazio a editorialisti che conoscono davvero la materia».
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Lo Startup Weekend di metà febbraio
Gianluca ci svela di essere, insieme al suo team e ad altri partner, l’organizzatore del nuovo Startup Weekend di Napoli, che si svolgerà a metà febbraio: non è ancora stata fissata a oggi una data precisa, ma verrà comunicata presto.
«Si tratterà del primo Startup Weekend al mondo verticalizzato su alcuni temi: come food e turismo. Nei prossimi mesi comunicheremo altri dettagli dell’evento sulla stampa e online», conclude Gianluca.
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