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Se la frustrazione diventa un’idea di business: la storia di Daniel Kane

Daniel Kane

Una delle mie passioni sono le autobiografie di sportivi e imprenditori. Compro libri e cerco sul web storie che possono essere di ispirazione. Recentemente, su Inc.Magazine, mi è capitato di conoscere la storia di Daniel Kane, imprenditore americano che ha creato un business milionario, partendo da un’idea davvero semplice e sviluppandola con un approccio lean e scaltro. 

Te la racconto oggi perché può insegnare tanto a chi cerca di tirare fuori dal cilindro un’idea di business vincente.

Cosa significa idea semplice?

“Una cosa è semplice, solo perché qualcuno si è preso la briga di realizzarla”, è una frase del designer, Bruno Munari. Forse Daniel Kane non conosce Munari, ma ha adottato il suo approccio. Ha avuto un’idea semplice, ha deciso di non complicarla e soprattutto di non posticiparne la realizzazione. La sua idea si chiama The Ridge, e consiste in due bande di alluminio che fungono da portafoglio, per contenere soldi e carte di credito, senza più gli l’ingombro tipico del portafogli “classico”.

Nell’intervista su Inc, Kane racconta di avere avuto l’idea in seguito a una sua frustrazione personale: era stanco di portarsi dietro un grosso portafoglio nella tasca dei pantaloni, difficile da da tirare fuori e rimettere a posto; in più era antiestetico, poiché rigonfiava troppo la tasca dei pantaloni. 

Dopo aver avuto l’idea, prova subito a realizzare un prototipo con quello che trova a casa: un semplice elastico di gomma. Allo stesso tempo, va online per cercare una soluzione al suo problema, ma non ne trova nessuna che sia soddisfacente. Allora si ingegna per creare qualcosa di suo.

Un’impresa familiare

Convinto della bontà dell’idea, coinvolge amici e familiari nella realizzazione di un primo prototipo, che poi sottopone alla prova di mercato del crowdfunding, presentandolo su Kickstarter. 

Daniel è molto scaltro, sa che non ha la forza economica per avviare una produzione di massa: sa che il crowdfunding può aiutarlo a capire se c’è una domanda reale per il suo prodotto e a lavorare alla produzione solo dopo aver ricevuto i primi ordini. Risultato: piazza 7mila dei suoi portafogli in prevendita con due campagne con le quali raccoglie 226mila e 126mila dollari.

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I primi successi non lo spingono a fare passi azzardati. Non assume molti dipendenti, anche quando gli ordini crescono, lavora in outsourcing e continua a lavorare con cinque dipendenti, anche quando la sua azienda arriva a fatturare 1 milione di euro. Oggi la sua azienda è multimilionaria, ha venduto il suo  milionesimo portafoglio in alluminio, mentre ha lanciato altri prodotti, come borse e zaini, power-bank, cavi per la ricarica e custodie per telefoni.

Fedele a un motto

Nell’intervista, Daniel dice una frase per me decisiva per la creazione di un brand, sulla capacità di essere coerenti con la mission dell’azienda: 

«Negli anni abbiamo analizzato centinaia di prodotti, ma abbiamo sempre deciso di non offrire tutto. Abbiamo sempre provato a proporre prodotti che si avvicinassero all’idea che ha portato il nostro portafoglio al successo: essenzialità e capacità di durare nel tempo. Due condizioni necessarie per gli oggetti che le persone portano con loro ogni giorno della loro vita».

Daniel e il suo team provano così a essere fedeli al proprio motto: “Tutto quello che ti serve e niente che non ti serve”, che mi sembra un bel principio di partenza per ogni brand

Cosa ci insegna la storia di Daniel

Spesso nella mia attività di business angel, mi sono trovato di fronte a startupper con buone intuizioni, ma con un’attitudine suicida a complicarle, solo per dimostrare agli altri quanto fossero bravi. Daniel ha saputo invece mettere da parte il suo ego e realizzare qualcosa di così facile “da sembrare stupida”.  Inoltre, Daniel ha saputo ben dosare le sue ambizioni e non fare mai “il passo più lungo della gamba”. 

Controllare le proprie emozioni e non farsi trascinare da esse, è una grande prova di maturità per un imprenditore ed è la qualità che di più cerco nei founder quando investo in un progetto.

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