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Marketing automation: 5 errori da non commettere

marketing automation

La marketing automation è un fenomeno in rapidissima crescita. Secondo una ricerca di Emailmonday, il 51% delle aziende usano software di marketing automation.

Come puoi immaginare, non tutti però li adoperano nel modo giusto. Sono tanti gli errori che compiono, dall’effetto boomerang dello spamming, all’incapacità di integrare le attività con i database aziendali. Questi errori rischiano di rovinare anche la migliore campagna e, quel che  è peggio, danneggiare l’immagine dell’azienda.

Oggi passiamo in rassegna gli errori più gravi nella marketing automation e scopriamo come correggerli, prima che sia troppo tardi.

La strategia mancante o incompleta

Chi mi conosce bene, sa quanta importanza do alla parola “strategia”, senza la quale non c’è alcuna attività di digital marketing che può funzionare. Uno degli errori che vedo fare più spesso dalle startup e imprese che seguo, è proprio di iniziare a sperimentare l’uso dell’automazione nel marketing, senza avere alla base una strategia completa.

Prima di iniziare a introdurre la marketing automation in azienda, bisogna partire dalla definizione degli obiettivi (generare lead, migliorare il tasso di apertura delle email ecc.) e per ognuno stabilire la strategia più adatta a conseguirlo.

Una strategia completa contiene: gli obiettivi, la segmentazione del pubblico, le modalità di integrazione dei software, la definizione di un piano editoriale di contenuti, i parametri di misurazione dei risultati.

I contenuti che irritano i tuoi clienti

Quali sono i contenuti che fanno arrabbiare di più i tuoi clienti? Quelli che non hanno nulla a che fare con loro. Pensa alle email: se ne stai mandando diverse, ma di contenuto irrilevante per il pubblico a cui sono destinate, rischi di perdere i contatti acquisiti con tanta fatica e di incentivare le persone ad abbandonare la tua newsletter.

Per tutti i tipi di business, poi, è determinante la segmentazione del pubblico e quindi dei contenuti per la campagne di email marketing, come per i social. 

Immagina di essere un agente immobiliare. Una cosa è inviare una email a un proprietario che vuole vendere casa, altra è inviarla a chi vuole acquistarla. Il primo sarà interessato ad argomenti di cui il secondo non sente il bisogno, come consigli di home staging, oppure comprendere come dare un prezzo al suo appartamento.

Per sfruttare a pieno il potenziale della tua strategia, quindi, segmenta il tuo pubblico, sottolinea per ognuno i suoi bisogni e scrivi contenuti capaci di soddisfarli.

Se non integri sprechi energia e soldi

Secondo una ricerca di ResearchCorp, l’89% di chi usa software di marketing automation li ha integrati con il sistema di CRM aziendale. Questo vuol dire che c’è una percentuale di aziende che non fa questo tipo di integrazione. 

Oltre al CRM, l’integrazione deve avvenire anche tra software diversi di marketing automation. Più sarai in grado di farli comunicare, più i tuoi sforzi saranno minori e i risultati maggiori. 

In questo articolo ti parlo di tre software di marketing automation da cui partire e integrare per un primo approccio all’automazione.

L’importanza dei test nella marketing automation

Come succede in tutte le altre attività di marketing digitale, anche l’automazione non è una scienza esatta. Devi procedere per tentativi e sperimentazioni. Utilissimi, in tal senso, sono gli A/B testing, soprattutto nell’email marketing.

Come funzionano? Invece di creare una sola versione di una campagna, ne crei due, cambiando l’oggetto e la CTA. Meno sono le variabili, più facile per te sarà tenerle sotto controllo. 

Tornando all’esempio dell’immobiliare, se sei un agente puoi mandare un primo test con due oggetti diversi. Un esempio? “Stai cercando casa in via X”, oppure “Scopri gli immobili da sogno in via X”. Allo stesso modo puoi provare due CTA diverse, come “Guarda la gallery con le immagini delle case”, oppure “Scopri i dettagli sugli immobili”.

Una volta capito quale di queste due impostazioni funziona meglio, prosegui sulla strada che si rivela più consona ai tuoi obiettivi.

Aggiusta le metriche sbagliate

L’errore che puoi compiere nella delicata fase di misurazione delle performance, è di guardare solo i numeri positivi e ignorarne altri non così buoni, ma altrettanto significativi. Per esempio, un alto tasso di apertura delle email può essere un buon parametro, ma se i click al link o al video che hai inserito nelle email sono meno confortanti, significa che c’è qualcosa che non funziona.

Perché le persone che inviti con la tua CTA non compiono l’azione che hai chiesto loro?

Insomma, considera le metriche nella loro totalità. Avere uno sguardo parziale su un traguardo è un errore  che non ti porta a nulla di buono: vantarti delle vanity metrics aumenterà forse la tua autostima, ma di certo non il tuo ROI.





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