Ogni anno puntuale, a Gennaio, arriva il Report di WeAreSocial & Hootsuite.
Uno standard di riferimento autorevole ormai da tempo su tutte le tendenze e i numeri del mondo digitale a livello globale.
Questi ultimi 12 mesi, come era immaginabile, si è registrato un boom di tecnologie connesse che racconta come la tecnologia sia diventata ancora di più una componente importante della nostra vita quotidiana.
Il Report pubblicato da WeAreSocial, in partnership con Hootsuite, ha riscontrato crescite significative soprattutto per quello che riguarda l’utilizzo delle piattaforme social, dell’ecommerce, dello streaming e del gaming.
Gli utenti sui social sono cresciuti del 13% nell’ultimo anno, con quasi mezzo miliardo di nuovi utenti.
Per capire quanto questi numeri siano incredibili basta immaginare che, ogni giorno, oltre 1,3 milioni di persone si registrano per la prima volta.
In totale siamo diventati 4,2 miliardi di persone connesse attraverso un social.
Un altro dato che rende ancora più interessante questa ricerca, è come si sta evolvendo l’utilizzo stesso dei social che, non sono più intercettati come sole piattaforme per socializzare e connettersi, ma anche come strumenti di ricerca.
La cosiddetta social search registra la crescita forse più interessante, con il 45% degli utenti che dichiarano di visitare le piattaforme social quando hanno bisogno di informazioni su prodotti o servizi e con la Generazione Z che addirittura supera sia la soglia del 50% sia l’utilizzo di motori di ricerca tradizionali.
Ma quanto durerà tutto questo?
Qualche anno fa, con l’avvento di centinaia di sperimentazioni in questo ambito, si parlava addirittura della imminente fine di Facebook. E così chiaramente non è stato.
Facebook continua a tenere banco anche chi è in forte crescita in questo momento. È ancora la top social media platform, con uno stacco notevole su youtube e Instagram.
Eppure non è assolutamente fuori luogo chiedersi quanto tutto questo durerà.
È veramente difficile prevedere quello che accadrà, non credo lo sappia nessuno, neanche gli stessi founder delle Big come Facebook e Youtube.
Una certezza però la abbiamo: i social sono legati strettamente ad una generazione, ad un target preciso che prima o poi si spegnerà insieme al social stesso.
Le piattaforme social sono legate ad un evento generazionale
Che Facebook rischi nel tempo di lasciare lo scettro a qualcun altro e di essere definitivamente sostituito, lo sa lo stesso Mark Zuckerberg che già da qualche anno sta investendo negli altri canali social.
Queste piattaforme sono destinate ad un pubblico preciso e ad una fascia di età specifica.
Il social è un evento generazionale che prima o poi vedrà il suo tramonto anche se nessuno può dire quanto ancora durerà, perché dominano delle logiche che sfuggono anche al controllo dell’imprenditore stesso.
Così come Mark non avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe accaduto con la nascita di Facebook e con il bisogno di interconnessione e socialità delle persone, così non può ancora prevedere del tutto quando tramonterà questo business.
Cosa rende un Social vincente? Perché alcuni hanno avuto successo e altri sono finiti?
Da quel lontano 2004, quando Fb ha fatto il suo ingresso nella storia, e che adesso ci sembra un’era geologica fa, ne sono nate di start up che hanno provato a creare un prodotto simile senza successo.
La maggior parte sono finite ancora prima di nascere e di incuriosire. Altre sembravano destinate al successo – come Snapchat – per poi essere dimenticate.
Quello che secondo me deve necessariamente avere una piattaforma social per conquistare gli utenti è: creare dipendenza e generare un prodotto paranoico.
Devono creare dipendenza per resistere sul mercato
Il social deve avere una serie di caratteristiche particolari, ma di fatto deve avere qualche elemento e meccanismo che creino dipendenza. Forse sarò un po’ duro nelle definizioni ma è la realtà dei fatti.
La paranoia è il successo dei social e se non si crea un meccanismo di questo tipo non si va avanti. Sono progettati per tenerci incollati agli schermi e per non spegnerli mai veramente.
Jenny Radesky dell’Università del Michigan parla precisamente di “engagement-promoting” (incentivazione al coinvolgimento), attribuendo di fatto la responsabilità dell’abuso dei social network a designer e produttori. I social network sono progettati appositamente per ottenere questo risultato.
Come spesso ha dichiarato anche Tristan Harris, ex designer di Google, per i Social sono stati mutuati gli stessi meccanismi delle slot machine o delle macchinette del poker.
Siamo spinti, infatti, a controllare in continuazione le notifiche non solo per il nostro bisogno di socializzare e connetterci con altre persone, ma soprattutto la imprevedibilità e la casualità delle ricompense che riceviamo all’interno delle piattaforme social.
Fenomeno TIK TOK, l’unico social che tiene banco
In base a tutto quello che ci siamo raccontati fino ad ora, riusciamo a capire ancora meglio perché sia infatti Tik Tok il fenomeno social del momento.
La piattaforma creata in Cina ma sostanzialmente sviluppata in America, ha registrato una crescita velocissima e nell’ultimo anno è cresciuta del 475%. Oggi conta 2 miliardi di utenti in tutto il globo.
Che cosa lo differenzia dagli altri social?
Tik Tok è senza dubbio la rivelazione di quest’anno, il più in voga del momento dove i milioni di utenti, quasi tutti appartenenti alla “generazione z”, si cimentano in video divertenti ma soprattutto in balletti coordinati.
Pur avendo un meccanismo stupidissimo, è vincente perché ha qualcosa di paranoico.
Basti pensare che su Tik Tok c’è l’influencer più potente al mondo: CHARLY D’AMELIO, una ragazzina americana di soli 16 anni con 100 milioni di follower (più di Cristiano Ronaldo su Instagram).
Un numero infinito di balletti brevissimi che creano dipendenza e un attaccamento maniacale al prodotto.
Neanche Google è riuscito nella sfida social network
La sfida social resta comunque una delle più complesse del mondo digital. Non dà certezze nel futuro, ma è una scommessa che pochi hanno vinto.
Anche giganti come Google non sono riusciti in questo obiettivo.
Non sono stati in grado di mettere sul mercato un prodotto che potesse solo minimamente competere con Facebook. Qualche anno fa l’azienda più grande del mondo ha dichiarato ufficialmente di uscire da questo mercato.
Ed oggi Facebook rappresenta uno dei maggiori competitor di Google
Nel frattempo dagli Usa all’Europa si stanno facendo avanti nuovi social che stanno spopolando soprattutto tra le nuove generazioni. Da Twitch a MeWe tutti promettono la libertà d’espressione e grande diffusione.
Staremo a guardare che futuro avranno queste nuove piattaforme.
E quanto riusciranno ad innescare meccanismi di dipendenza tali da restare sul mercato e iniziare la loro scalata.