Diciamolo senza peli sulla lingua. Ci aspetta un anno tosto. Nessuno escluso.
Se nella normalità delle cose noi imprenditori viviamo gli inizi sempre pensando a tutte le variabili da non poter controllare e che non dipendono dalle nostre abilità, quest’anno si prospetta, in particolar modo, delicato.
Bollette alle stelle, guerra ancora in corso, cambio di Governo in Italia.
Siamo in attesa di capire ancora troppe cose.
Ma l’attività imprenditoriale, e quindi la gestione di un’azienda, presuppone sempre l’affrontare dei rischi.
Il rischio è una parte integrante del nostro lavoro.
E allora oggi voglio chiacchierare un po’ con voi su quale possa essere il modo, la strategia, il percorso da seguire per ridurre il rischio imprenditoriale e massimizzare i risultati.
E voglio ascoltare anche le vostre idee e i vostri programmi.
Cominciamo con il dire una cosa che sembra scontata, ma che spesso è ancora un tabù in Italia o un motivo di attrito tra chi riveste il ruolo del dipendente o collaboratore e chi quello dell’imprenditore.
Un imprenditore gode di una remunerazione più alta, è vero.
Quando arrivano gli utili della sua azienda distribuibili a fine anno ottiene il suo guadagno.
Ma a quale prezzo?
Accollandosi tutti i rischi e le responsabilità del caso.
Quali sono questi rischi? Si possono evitare almeno in parte?
Credo sia più corretto dire che i rischi non si evitano, ma si possono ridimensionare.
Le cose da fare basilari per partire bene con una nuova azienda e per far crescerne una in modo sano e non troppo rischioso sono diverse.
Cominciamo subito con il dire che l’analisi del modello di business per le start up ma anche per aziende consolidate in fase di cambiamento è importantissima. Ci vuole una pianificazione economica e finanziaria.
Il Business Plan aiuta – almeno in parte – a rendersi conto prima di investire se l’idea imprenditoriale è remunerativa.
I rischi infatti sono tanti e insidiosi. E se non c’è abbastanza domanda rispetto al prodotto o servizio che vogliamo offrire sul mercato o al cambiamento che intendiamo apportare al modello della nostra azienda già in pista?
Questo rischio è molto frequente.
Spesso ci innamoriamo delle nostre idee.
Non capiamo che vogliamo vendere un prodotto al target sbagliato o ad un prezzo troppo alto o troppo basso. O che il territorio di riferimento non è ancora maturo e pronto per quell’offerta che invece funziona da un’altra parte.
Per questo è importantissimo un test di mercato. Quanto più approfondito possibile, senza avere fretta e senza dare priorità alla nostra fame imprenditoriale che a volte ci spinge verso passi frettolosi e sbagliati.
Il rischio economico che possiamo correre è invece quello di non ottenere sufficienti utili perché non abbiamo raggiunto un giusto equilibrio tra costi e ricavi.
Per questo sono sempre favorevole ad un controllo attento dei costi (sia fissi che variabili).
Un imprenditore deve prima di tutto essere consapevole dei numeri della propria azienda. Perché spesso può accadere (e non è un’accusa perché capita a tutti) di non accorgersi in tempo che si sta vendendo in perdita e quella può essere una strada molto pericolosa.
Occhio quindi al Break even point e analisi periodica del bilancio aziendale.
Un altro rischio è quello legato alla liquidità. Uno dei più insidiosi.
Un rischio di tipo finanziario che ci lega in modo eccessivo alle banche. Una richiesta di aiuto continua che non fa bene all’azienda. Questo capita quando – pur conseguendo un utile – hai evidentemente un ciclo monetario che non è gestito bene. Il lasso di tempo che intercorre tra quando acquisti la merce dal fornitore, lo paghi, fino a quanto vendi i prodotti e incassi è fondamentale.
E anche qui torniamo al Modello di Business e sulla gestione del magazzino. Quel lasso di tempo di cui parlavamo sopra deve essere ridotto al minimo.
Non è cosa semplice, anzi.
Ma partire con l’idea di tenere sempre sotto controllo la liquidità grazie all’analisi di bilancio e al budget di cassa è già un passo importante.
Questi rischi tutti insieme fanno paura anche solo a parlarne e a scriverne.
Gestendo un distretto con tantissime realtà diverse tra di loro, mi può capitare a volte di viverli tutti contemporaneamente spalmati su aziende diverse.
Ma resta comunque il rischio più bello del mondo.
Quello che non ti fa mai vivere un giorno uguale all’altro e che ti fa sentire parte di un sistema che gratifica sì la tua persona, ma che contribuisce alla produttività e alla crescita di un territorio, di un Paese, di un mercato.
Le troppe responsabilità e le paure di non esserne sempre all’altezza possono essere pesanti come macigni, ma mai abbastanza da farti preferire un altro mestiere. Non se ti senti imprenditore e lo sei anche diventato nei fatti.
A voi quale rischio fa più paura?