Quello del valore dei contenuti e di un’informazione trasparente dei propri brand aziendali, è un tema a me molto caro da anni.
Non a caso, intorno a questa valutazione, è nata una delle mie start up: Blasterzone.
Oggi mi interessa concentrare le attenzioni su quale piano, a mio avviso, si giocherà, in futuro, la competizione tra marchi e aziende.
Il contesto sarà quello digitale e probabilmente quello del metaverso, ma come si lavorerà per consolidare autorevolezza e affidabilità?
Su quale terreno giocheremo questa partita?
La chiave di tutto saranno le informazioni.
Il modo in cui creeremo un rapporto con l’utente/cliente comunicando nei modi e nei tempi giusti.
Partiamo da due considerazioni.
La prima è che il potenziale intrinseco di Internet è il suo primo stesso nemico.
Un mercato in cui tutti possono entrare (e che in passato ha consentito di far salire a bordo anche senza regole) ha reso questo mondo sempre più sensibile alle paure e ai timori dei consumatori.
La possibilità e la libertà di potersi posizionare tutti, attraverso i social, le piattaforme, ha contribuito in questi 20 anni a mettere insieme un panorama di brand e aziende che non hanno garantito sempre affidabilità o che lo hanno fatto ad intermittenza.
La seconda cosa da considerare è che, di conseguenza, i clienti hanno avuto sempre più bisogno e fame di notizie e informazioni certe.
Di conseguenza per quanto si possa credere che la performance tecnologica la faccia da padrone non è esattamente così.
Il lavoro sarà sempre più orientato su eccellenti livelli di informazione che si estenderanno a tutta l’organizzazione aziendale, dalla comunicazione del brand, al marketing, al servizio clienti e alle operazioni.
I brand saranno probabilmente in competizione l’uno con l’altro sulle comunicazioni che saranno in grado di dare e tutti quelli che decideranno di omettere informazioni importanti potrebbero essere scavalcati velocemente da chi fa esattamente l’operazione contraria.
Nonostante il mercato in cui ci muoviamo sia digitale, le attività e le strategie da cavalcare resteranno quelle tradizionali.
Gli sforzi dei nostri brand devono dirigersi verso la strategia di quali livelli di informazione distribuire e come progettarli. Quali contenuti e quali parole scegliere.
Saper fare una distinzione tra il lavoro virtuale e quello reale.
Tutto con l’obiettivo di costruire fiducia.
Vanno fornite le informazioni giuste nella forma più appropriata e nel momento giusto e a seconda dello strumento che utilizziamo.
Che sia un touch point all’interno di uno store o che sia un sito o una piattaforma e-commerce.
La quantità di informazioni devono variare a seconda del luogo, dell’interfaccia e dei ruoli intercambiabili che svolgono le persone.
Lo stesso cliente può essere diverse cose a seconda del ruolo che ricopre nel momento in cui entra in contatto con noi.
La stessa persona può fare shopping nel suo ruolo di professionista, di genitore, di mero consumatore, può passare rapidamente dalla ricerca dell’opzione più economica disponibile all’essere in vena di spendere. E noi aziende dobbiamo imparare a tenerne conto in tutte le fasi e i contesti in cui comunichiamo con il cliente.
Internet è diventato un luogo faticoso.
Più siamo in grado di alleggerire il carico mentale dell’utente (e quindi di dover verificare attendibilità dell’informazione), più si fiderà di noi e più si fidelizzerà.
Non possiamo aspettarci che tutti i clienti si accertino della veridicità delle informazioni.
L’aspettativa che dobbiamo soddisfare ogni giorno di più è dimostrare che tutto quello che si dice corrisponde alla realtà.
Cosa rappresenta tutto questo?
Questo aspetto non deve rappresentare un ostacolo o un impegno per l’azienda.
Deve rappresentare una potentissima opportunità.
Uno strumento nelle sue mani per consolidare immagine e fiducia attraverso i contenuti.
Ci siamo mai chiesti perché i messaggi che passano attraverso la televisione sono ancora oggi, nell’era digitale, quelli considerati più attendibili e che non ci preoccupiamo di verificare?
Perché è un mondo che ci ha trasmesso fiducia nel tempo e che impone una selezione importante all’ingresso. Solo chi può investire in grossi budget pubblicitari può accedere a quel canale e questa per il cliente è già una prova di grande fiducia.
Un linguaggio televisivo che parte con il grande vantaggio di essere ascoltati senza pregiudizio.
Esattamente il contrario del lavoro che portiamo avanti noi sul web, dove ogni giorno dobbiamo dimostrare di meritare fiducia.
Anche l’intelligenza artificiale dovrà adattarsi a questa fame di informazioni.
La conversazione è una parte naturale della nostra esperienza umana. E con l’intelligenza artificiale abbiamo assecondato proprio questa esigenza. Ma anche gli approcci in questo mondo probabilmente si evolveranno secondo logiche di ricercatezza e di massimo approfondimento.
Pensiamoci sempre prima di mettere in secondo piano la nostra comunicazione con il cliente.
E’ la prima cosa che ci chiede.
Prima del prodotto.
Prima del servizio.
Prima di ogni acquisto.
La fiducia e la affiliazione verso un brand passa attraverso le informazioni corrette e veritiere che saremo in grado di dare.
Vi auguro una buona settimana di lavoro e di contenuti da sviluppare