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Sono cittadino emiratino, è ufficiale! A presto Dubai, si torna in Italia

 

La notizia è ufficiale: sono cittadino degli Emirati Arabi. Da ieri ho tra le mani la mia Carta d’Identità emiratina. Una data da incorniciare, insomma. Un documento che ci apre le porte del fare business e impresa in questo Paese.

Ho un grande feeling con questa parte del mondo ed è sempre interessante fare tappa qui.

Sapere che da oggi sono un pezzo di questa comunità è un traguardo importante che voglio onorare con impegno e dedizione.

Lavoreremo al massimo per essere all’altezza degli standard di Dubai, che sa offrire opportunità e servizi efficienti a chi si propone di lavorare e produrre ricchezza e lavoro in questo territorio. Cosa non sempre scontata in altre aree del mondo.

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Oggi sono in Italia e si chiude una delle trasferte più proficue di quelle fatte in questi anni a Dubai.

In pochi giorni abbiamo concretizzato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissi:

  • visite mediche per ottenere visto e carta d’identità
  • sopralluogo presso gli spazi che abbiamo preso al Dubai Mall per il primo Kechiq Concept Boutique
  • brief con Cristina Marcuta, la nostra responsabile del progetto sul territorio
  • apertura della società e del conto corrente bancario.

Mi sembra trascorso un mese per tutto quello che siamo riusciti a fare e invece sono arrivato solo venerdì scorso.

Alla sesta trasferta negli Emirati Arabi, posso testimoniarvi che i tempi qui sono scanditi, rispettati e gli esiti sempre tempestivi. Dubai ci ha fin da subito abituato al massimo dell’efficienza.

Elevata efficienza scandita da ritmi pacati e composti

Dubai ti insegna subito una cosa importante appena ci metti piede. Per lavorare bene e produrre tanto, non è necessario correre, né tanto meno essere costantemente in affanno e alla ricerca di tempo che non c’è.

Per un italiano, ma in generale per noi europei, all’inizio sembra quasi improbabile ricondurre ad un Paese così “rilassato” un primato mondiale di ricchezza, lusso, investimenti e crescita.

Sembra un contesto surreale, finto per quanto organizzato e lineare. Invece è tutto vero.

Anche chi, come me, è abituato ad una vita frenetica, sì accorgerà che non è difficile in pochi giorni adattarsi ai ritmi rilassati degli arabi perché si scopre a poco a poco che si può far tutto senza correre.

Se tutto è così funzionale e produttivo è grazie all’approccio della cultura medio orientale.

La serenità di sapere che la strada è tracciata e che gli ostacoli si superano

Oltre a respirare un’elevata efficienza qui a in Medio Oriente, la sensazione più netta che provi nel condurre attività di business è che sei su un percorso dove tutto è lineare e definito senza intoppi.

E anche qualora si dovessero verificare degli ostacoli o degli impedimenti, sai che potrai risolverli velocemente e senza stress.

Quando operiamo in Italia, sia come imprenditori che cittadini, siamo spesso consapevoli che incontreremo non poche difficoltà. Ostacoli che nella maggior parte dei casi sono risolvibili a monte: facendo capo ad un sistema più semplificato e concreto.

Aprire in un’ora un Conto Corrente

Quello dell’apertura di un conto corrente in pochi minuti è un esempio semplice ma lampante.

Ieri, dopo aver ottenuto ufficialmente i documenti, ci siamo subito interessati per avere un riferimento bancario nel Paese. È bastata un’ora, tra l’altro quella di pranzo. Una dipendente ci ha dato piena disponibilità alle 14 e in pochi passaggi ci ha aperto il canale più importante per operare come imprenditori.

Ora mi chiedo e vi chiedo, se in Italia un extra comunitario avesse voluto portare avanti le attività che abbiamo fatto noi in questi giorni, quanto tempo ci avrebbe impiegato? Ma soprattutto a che prezzo? Con quali difficoltà?

Se la vita è difficile per un imprenditore italiano, lo è ancora di più per chi viene da fuori e vuole creare ricchezza e produttività.

Noi italiani che “non abbiamo mai tempo”

Quante volte al giorno vi capita di dire “mi dispiace ma non ho tempo”? Quante volte siete costretti a rinviare impegni, appuntamenti, incontri di lavoro?

Corriamo, scappiamo da un punto all’altro delle città e della nazione per guardarci allo specchio sempre stanchi e non gratificati come meriteremmo per tutto il tempo destinato al lavoro.

La verità è che molto banalmente quello che conta è la qualità. E l’organizzazione.

Qui nessuno ha mai fretta. I ritmi sono scanditi, ogni cosa è al posto giusto, nessuno corre, nessuno si accalca, c’è uno spazio temporale per chiunque.

Sappiamo benissimo che l’organizzazione e la pianificazione sono la base per essere efficienti e produttivi senza sentirsi stremati.

Ma sappiamo anche che sono qualità e doti che culturalmente non ci appartengono e che facciamo fatica ad acquisire.

Non possiamo diventare Dubai, ma potremmo fare tesoro di questo approccio

Sappiamo bene che un modello che funziona perfettamente in un Paese, se calato in un altro contesto, un’altra dimensione culturale e sociale, può invece tradursi in un fallimento.

Dico questo perché pur apprezzando la cultura medio orientale e il sistema sociale e imprenditoriale che gira qui, sono consapevole che non è immaginabile proiettarlo nel nostro Paese.

Parliamo di culture profondamente diverse, storia e radici lontane tra loro, sistemi politici ed economici senza possibile confronto.

Ma si potrebbe prendere spunto da certe procedure e dalla capacità di semplificazione ed efficienza di questo popolo Ne gioveremmo tutti soprattutto in questi anni così critici sul fronte economico ed occupazionale.

Ma non è semplice. Ci vorrebbe una rivoluzione culturale e burocratica.

Stamattina mi sono svegliato in Italia dopo una full immersion in questa dimensione, e so che da lunedì ricomincerò come tutti a correre e a “non avere tempo”.

Grazie di avermi accompagnato virtualmente in questa trasferta seguendo i miei racconti e le mie storie documentate da qualche scatto e da un po’ di considerazioni.

Felice di aver seminato a Dubai, felice anche di essere tornato nel mio Paese che resta comunque uno dei posti più belli del mondo.





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