Arriva un momento per tutte le aziende e, quindi anche per le start up digitali, che potremmo definire “Fase 2”.
È un momento in cui possiamo prenderci una prima soddisfazione: quella di essere riusciti a creare qualcosa.
Parallelamente, però, è anche quel punto del nostro viaggio imprenditoriale in cui o si attua una svolta o ci si ferma e si chiude.
Appena inizia la Fase 2 dobbiamo essere consapevoli che quel progetto che è nato, deve diventare una vera e propria azienda, con delle prospettive di crescita e degli obiettivi da realizzare.
Spesso in questa fase c’è una criticità: non sappiamo bene cosa fare e come mettere in atto il cambiamento.
La Fase 2, infatti, ci racconta sia una cosa positiva che una negativa.
La positiva è sicuramente aver trasformato un’idea in un business, ma quella negativa è che se non cambiamo approccio e tiriamo fuori una vera vena imprenditoriale possiamo fallire o restare per sempre una piccola start up.
Oggi nel Blog mi rivolgo proprio a questi imprenditori, quelli che possono essere ad un passo da una sconfitta o da una grande opportunità.
Perché la Fase 2 è molto più dura della prima
Mi capita di sentire spesso che il momento in cui si lancia un’azienda sia il più tosto, il più sofferto e stressante. Lo è sicuramente, ma credetemi non è nulla rispetto a quello che vi aspetta dopo.
Con la fase 2 si comincia a fare sul serio.
Nel far partire il vostro progetto vi siete ritrovati intorno e accanto persone cariche di entusiasmo, collaboratori che hanno profuso il massimo in termini di tempo lavoro, apporto e supporto.
Avete magari addirittura goduto di collaborazioni gratuite di cui dovrete imparare presto a fare a meno.
Quella che ho definito Fase 2 è terribilmente più complicata e molto diversa.
Non è un modo per spaventarvi, tutt’altro!
Più sarete consapevoli e pronti a questo passaggio, più sono alte le probabilità che ce la farete.
In questo momento, sia gli imprenditori che i collaboratori cominciano a guardare la realtà per quella che è.
L’adrenalina inizia a calare, la stanchezza si fa sentire e tutti cominciano a pretendere qualcosa in più. Magari i primi anni vi siete sottopagati, avete rinunciato a qualunque beneficio ragionando solo per l’azienda, ma arriva un momento in cui tutto questo non è più possibile.
Le risorse di cui necessitate sono più qualificate e quindi più onerose, aumentano i costi e gli investimenti diventano un dovere.
In poche parole si iniziano a vestire i panni di un vero imprenditore.
E allora quali sono le prime cose da fare?
Sono almeno 3 i passi da muovere per far crescere la vostra azienda
1- Aumentate i costi e fatelo in modo intelligente!
I costi aumentano e dovete essere pronti a questo cambiamento. Vanno scelte nuove persone da cui essere affiancati e che meritano retribuzioni in linea.
In modo posato e ragionato dovete affrontare queste nuove spese e capire quali siano i costi reali dell’azienda.
È proprio in questo momento che gli startupper spesso non si dimostrano pronti, fino a fermare l’impresa o addirittura a chiuderla.
La paura di investire è legittima, ma va superata altrimenti quello dell’imprenditore non è il lavoro che fa per voi.
Ho incrociato e visto storie di start up che hanno perseverato nell’idea di mantenere i costi bassi chiudendosi ad ogni forma di espansione. Aziende che da 5 anni continuano a fare sempre gli stessi numeri.
Ma questo naturalmente significa non arrivare mai alla fase 2 e restare per sempre una start up.
2 – Abbiate coraggio, lucidità e voglia di rischiare.
Nella Fase 2 conoscerete cosa sia il vero coraggio imprenditoriale. Nella prima fase avevate dalla vostra parte l’adrenalina e l’entusiasmo a darvi forza e forse anche un budget a disposizione da puntare senza troppa paura di perderlo.
In questa seconda fase si rischia veramente. E si deve farlo con lucidità, raziocinio, forza e anche un pizzico di follia.
Il rischio è quella cosa che scegli di investire in una risorsa da 60mila euro, quando con quella cifra ci sostenevi i costi aziendali di un intero anno.
Questo è il momento in cui l’imprenditore, il Ceo deve sapere dove vuole arrivare e deve avere fermezza e freddezza per investire nel modo giusto in azienda.
3 – Strutturate l’azienda e massima organizzazione
Fare le scelte giuste, gli investimenti, ma soprattutto rendere l’azienda strutturata. Da questo momento ognuno farà il suo lavoro. Ognuno andrà al suo posto come i pezzi di un intricato puzzle.
Se prima ognuno dava un aiuto in amministrazione, per esempio, adesso ci sarà una risorsa dedicata, se all’inizio tutti si dedicavano all’attività commerciale, adesso la gestirà un team di esperti qualificati.
L’organizzazione è il vero passo verso il cambiamento e la crescita di un’azienda. Una volta ottenuto questo risultato, sarà il momento della svolta.
Strutturarsi potrebbe veramente portare un’azienda che fatturava 1 mln di euro all’anno arrivare a 5 milioni in pochi anni.
La nostra esperienza con Kechiq
Quando è entrata a far parte di Digital District anche Kechiq (Keelt Group), e-commerce di orologi di lusso, mi sono trovato proprio una situazione del genere davanti.
Una start up che cominciava a vedere dei risultati ma che non entrava nella Fase 2.
Era una realtà che sosteneva 25 mila euro di costi al mese. Oggi, dopo 2 anni, ne sostiene almeno 100mila.
La svolta è avvenuta perché c’è stato il coraggio del cambiamento, la volontà di investire e di crederci.
Quando ho deciso di affiancare Alessio Damiano, Founder e Ceo dell’impresa, è stata questa la strada che gli ho indicato. Caricarsi di costi e spese durante la fase di crescita senza aspettare prima i risultati.
Insieme abbiamo deciso di investire 400 mila euro per la realizzazione di nuovi uffici e di una riorganizzazione della logistica.
All’inizio è difficile, le paure sono comprensibili, ma grazie ad una strutturazione importante, ad investimenti nelle persone giuste e al lavoro costante, Kechiq è riuscita a cambiare, pagare e guadagnare.
In poco tempo ha raggiunto un fatturato di 4 mln di euro.
Ci sono tanti giovani imprenditori che hanno bisogno di una spalla, di un supporto anche solo professionale ed emotivo per compiere certi passi.
È quello che io ho fatto con Alessio.
Dargli la serenità di andare avanti secondo una logica di crescita, investimento e chiaramente anche di rischio.
Ma quando si lavora sulla base di tutto questo e si lavora bene, i risultati prima o poi arrivano.