Menu Chiudi

Startup: come comportarti se sei a corto di soldi

startup

Ring, la startup che è riuscita a uscire dalla crisi. Come? Seguendo alcune sagge regole. Vediamo quali.

Prima o poi capita a tutte le startup, specie quelle degli startupper seriali: essere a corto di soldi e dover fare in fretta e furia una serie di scelte improvvise.

La prima regola che devi seguire quando ti capita è “mai disperare”, ci sono storie (tante) di startupper che hanno saputo uscire dalle sabbie mobili, brillantemente. Una delle più interessanti è quella di Ring. 

Ring è una startup fondata da Jamie Siminof che ha ideato un campanello smart che consente di vedere da remoto, dallo smartphone o dal tablet, chi sta suonando alla porta di casa. Ring decide di accrescere la sua notorietà, partecipando al programma Shark Tank. Per farlo nel modo migliore, investe fino a 10mila dollari. Purtroppo le cose vanno male, nessuno dei protagonisti dello show vuole investire nel progetto.

A quel punto Jamie è in grossa difficoltà, non ha più tanti soldi, e ha mostrato un suo fallimento davanti a milioni di persone. Eppure non dispera, continua a lavorare. La storia ha un lieto fine: la startup verrà acquistata poi da Amazon per 1 miliardo di dollari!

Jamie ha saputo uscire bene dalla crisi seguendo alcune sagge regole, che ti racconto in questo articolo.

Focalizzati sulle metriche che contano

Ricorda: quando tutto va male c’è sempre qualcosa che funziona. Un consiglio quando sei a corto di soldi (qui ti racconto quando è successo a me) è di mantenere la calma e individuare quelle metriche che hanno avuto delle buone performance. Una volta individuate le metriche – quelle reali non le “vanity metrics” – concentra le poche risorse rimaste sulla loro crescita.

Per esempio, se vendi software su abbonamento, potresti renderti conto che il tuo MRR (le revenue mensili da abbonamenti ecc.) sono cresciute nel tempo. Questo sarà un dato che potrai “vendere” agli investitori per chiedere loro di fare un ulteriore sacrificio.

Punta tutto sul team

Che il team sia la risorsa fondamentale di una startup, è una frase che avrai stra-sentito, eppure non viene detta mai abbastanza. Il team di una startup è diverso da quello di una grossa azienda. La mentalità che devi trasferire come leader ai tuoi collaboratori è che essi stessi sono dei mini imprenditori (è quello che sto cercando di fare nel mio Insem Hub).

Se ci riesci, potrai chiedere loro di fare qualche sacrificio economico, a patto che tu sia sincero con loro sulla situazione e “da leader”, sai mostrargli cosa intendi fare per “uscire dalle sabbie mobili”.

Ottimizza le spese

Cosa fa un bravo capitano di una nave quando c’è un pericolo in vista?

Immaginiamo che tu sia il capitano di un’imbarcazione presa di mira dai pirati. Non hai scampo, a meno che tu non decida di essere più veloce di loro e scappare. Come puoi fare? Devi ridurre il peso di quello che hai a bordo, liberandoti di tutto quello che non ti è utile.

Lo stesso vale per la tua startup che è quando corto di soldi. Identifica tutti quegli elementi di cui hai bisogno per sopravvivere fino al prossimo “approdo” (punta al core business, come ti racconto qui). E non fare investimenti azzardati: non è tempo per pensare troppo al futuro.

Usa buoni argomenti con gli investitori

In inglese il termine investitore “backer” è anche sinonimo di sostenitore. Un sostenitore è colui che dovrebbe stare al tuo fianco, e supportarti, soprattutto quando le cose non vanno nel modo migliore.

Con un tuo investitore hai due vantaggi: avrà molta più paura di perdere 100 dollari che di guadagnare 100. E avrà a cuore il suo investimento nella tua azienda: d’altronde, avrebbe più svantaggi nel ritirare i soldi e puntare su una nuova startup che non conosce, partendo da zero.

Quello che puoi fare, è di raccontargli i numeri positivi dell’azienda, mostrargli che hai un’idea chiara di come la startup potrà crescere, senza mai mentire. Il messaggio che dovrai essere abile a trasmettere è. “So bene che ci sono delle difficoltà, ma ho delle soluzioni per aggiustare tutto in pochi mesi”.

Prepara un piano B

Se le cose non vanno bene, non devi nasconderlo (soprattutto a te stesso) e iniziare a pensare a un piano B, a quello che nel gergo delle startup viene chiamato PivotingDi “pivoting” la storia delle startup è piena. Per farti solo un esempio, di un pivoting interessante, ti rimando alla storia di GoGoBus pubblicata da startupitalia.

GoGoBus, nella sua idea originaria, è una piattaforma che mette in contatto persone che cercano un bus per viaggiare verso mete poco servite, a un prezzo conveniente.

A un certo punto, il Ceo, Alessandro Zocca, deve fare i conti con l’entrata sul mercato di un concorrente insidiosissimo, Flixbus, che ha risorse infinitamente superiori alle sue. Piuttosto di lanciarsi in un terreno di sfida senza possibilità di vittoria, Zocca decide di puntare solo su trasporti verso eventi (concerti, feste ecc), ritagliandosi una sua precisa nicchia di mercato. Una strategia che gli ha dato ragione.

Se anche il pivoting non dà il risultato sperato, è il momento di abbandonare la nave. Un fallimento giuridico non è mai un fallimento della tua vita. Un’azienda può anche andare male, ma se tu hai la giusta attitudine nella vita, riuscirai a ripartire, facendo tesoro di quello che hai appreso, come ti racconto qui.





Shares