I venture danno meno soldi alle startup alle prime armi. E non solo nel nostro Paese. Si tratta di un fenomeno che viene dalla patria dei venture, gli Stati Uniti. Secondo la società di analisi PitchBook, il volume dei finanziamenti in fase seed e pre-seed si è ridotto nell’ultimo trimestre del 2017.
Forbes riprende la ricerca e trae una sua conclusione: lo startupper medio ormai deve rassegnarsi: non vedrà un quattrino nei primi due anni della sua attività, prima che il venture di turno si accorga di lui.
Come fare allora a trovare i soldi? L’ideale sarebbe avere l’idea del secolo. I founder di Airbnb (4,4 miliardi di finanziamenti, fonte Crunchbase) per finanziare la loro piattaforma hanno venduto scatole di cereali con il volto di Obama durante le elezioni, raccogliendo 20mila dollari.
In mancanza di un colpo di genio, ci sono altre strade che uno startupper può seguire, come le quattro che ti racconto in questo post.
1. Il modello delle sottoscrizioni
Diverse startup si sono finanziate all’inizio attraverso dei modelli di sottoscrizione. Come funzionano? Il potenziale cliente paga in anticipo per poter usufruire del prodotto in fase di sviluppo. La sottoscrizione può essere mensile, semestrale, annuale, dipende dalle tue esigenze.
È lo stesso modello del reward nel crowdfunding. Tu mi dai soldi e io ti prometto che sarai il primo a poter usare il mio prodotto o servizio. I pre-ordini possono aiutarti in due modi:
- Hai soldi liquidi da investire nel miglioramento del prodotto
- Fai un primo test di mercato per capire quanto la tua idea è appetibile
2. L’utilità del baratto
È più facile ottenere 30mila euro cash o in servizi? Spesso, la seconda. Se sei a corto di soldi all’inizio, barattare i tuoi servizi in un cambio merce diventa una strategia vincente. Per farlo, devi cercare quei brand con i quali stabilire partnership in grado di dare valore reale sia a te, sia agli altri imprenditori coinvolti nell’accordo.
Ipotizziamo che tu abbia bisogno di 30mila euro per sviluppare una web application. Potresti, allora, accordarti con una scuola di coding della tua area e abbassare così i costi dello sviluppo.
Il cambio merce è un modello vincente nel mondo startup. L’esempio di NaStartup, l’acceleratore per startup napoletano è emblematico: un evento a settimana, completamente gratuito al pubblico, per aiutare gli startupper. Per realizzarlo, l’ideatore, Antonio Prigiobbo, trova risorse anche in aziende che gli offrono servizi in cambio di visibilità.
3. L’equity crowdfunding
Nei primi sei mesi del 2018, l’equity crowdfunding ha toccato 11 milioni di euro di raccolta, raggiungendo la cifra dello scorso anno (dati CrowdfundingBuzz).
I segnali sulla crescita dello strumento sono incoraggianti. Anche noi abbiamo ottenuto un finanziamento su 200crowd per Laila, il chatbot dal cuore umano (qui ne parlo e offro anche alcuni consigli per convincere gli investitori).
Per riuscire nell’impresa servono, tuttavia, alcune caratteristiche. Ecco l’identikit, che condivido a pieno, del sito Opstart, sulle startup che hanno più possibilità di vincere con l’equity crowdfunding:
- Startup che migliorano con le loro idee qualcosa che già esiste e ha già un mercato definito.
- Un team di qualità, con persone competenti nel ramo in cui opera la startup.
- Un’iniziativa in fase seed, ma che ha già superato una prima fase di prototipazione
- Una startup che ha già ottenuto dei risultati o dei riconoscimenti.
Vuoi sapere di più su come finanziare il tuo progetto? Contatta il team di Elteide, che ti offrirà informazioni sui bandi disponibili e ti indicherà le strade da percorrere per ottenere un primo finanziamento.